Programma e Luoghi


 

VENERDÌ 11 DICEMBRE 2020

14:25: Saluto della Giuria e dei Direttori dei Cori Partecipanti
15:00: Concorso Corale (Categoria A – Virtual Teatro Galli) – Annuncio Vincitori alla fine
17:30: Concorso Corale (Categoria D – Virtual Teatro Galli) – Annuncio Vincitori alla fine

 

SABATO 12 DICEMBRE 2020

10:00: Concorso Corale (Categoria C – Virtual Teatro Galli) – Annuncio Vincitori alla fine
14:00: Concorso Corale (Categoria E – Virtual Duomo di Rimini) – Annuncio Vincitori alla fine
18:00: Concorso Corale (Categoria F – Palco Virtuale) – Annuncio Vincitori alla fine

 

DOMENICA 13 DICEMBRE 2020

10:00: Concorso Corale (Categoria B – Virtual Teatro Galli) – Annuncio Vincitori alla fine
15:00: Concorso Corale (Categoria X – Virtual Teatro Galli) – Annuncio Vincitori alla fine
Cerimonie di Premiazione e di Chiusura – Virtual Teatro Galli

 

I ‘luoghi profani’ del Concorso

Teatro Amintore Galli Map Piazza Cavour – Rimini 

Il Teatro Galli è il Teatro Comunale di Rimini, la cui costruzione iniziò nel 1843 e fu inaugurato il 16 agosto 1857 con l’’Aroldo’ di Giuseppe Verdi. Il Teatro si chiamava inizialmente Teatro Nuovo e dal 1859 è dedicato a Teatro Vittorio Emanuele II.  Solo più tardi, nel 1947, è stato intitolato al compositore Amintore Galli (1845-1919). Il progetto (1841-43) porta la firma di Luigi Poletti, architetto e ingegnere dello Stato Pontificio legato alla scuola neoclassica purista romana. Le sei tavole dello studio originale, da lui depositate a Rimini il 29 gennaio 1842, sono andate perdute quando il terremoto del 1916 danneggiò gli uffici comunali. Esistono però 6 fotografie (di Luigi Perilli) che risalgono al 1900 circa e cinque disegni acquerellati del progetto originale. Luigi Poletti concepì il Teatro Comunale di Rimini come tempio della musica ispirandosi alla solennità e alla sontuosità dei templi romani, proponendo una variante del teatro all’italiana, con un’impronta architettonica classica (greco-romana) e monumentale, distinguendosi così dalla tipologia del teatro a palchi in uso in Europa fino a quel momento. Il progetto di Poletti prevedeva la sala della musica con quattro ordini e 23 palchi ciascuno, che lo porta a essere uno dei teatri più grandi d’Italia. Il primo ordine di palchi era eccezionalmente a doppia altezza e supportava una soluzione a colonne giganti corinzie che sostenevano direttamente la balaustra del loggione. Il teatro non aveva il palco reale. Le istanze illuministe sono rappresentate dalle ampie scale circolari del Foyer, studiate secondo le esigenze di sicurezza e di comodità della società del tempo. Il teatro nel suo insieme è riconosciuto come il suo capolavoro, sullo stesso piano della Basilica di San Paolo a Roma, ed uno degli esempi più significativi del superamento del neoclassico della prima metà dell’ottocento. La sala teatrale con i palchi e i loggioni conteneva oltre mille posti a sedere. L’ultima stagione del Teatro risale alla primavera del 1943, poichè le bombe durante la seconda guerra mondiale distrussero gran parte della struttura. L’abside e la copertura crollarono e circa il 90 per cento della sala e del palcoscenico andarono distrutti. L’unica parte che rimase pressoché integra è il foyer. Nel 1975, viene realizzato il primo restauro dell’avancorpo del Teatro. È rinnovata la pavimentazione degli atri e delle sale laterali, consolidati il piano e il soffitto della sala Ressi, restaurate le decorazioni e le pitture, impermeabilizzato l’esterno dell’edificio. Nel 1997, si provvede al  restauro delle facciate esterne, delle superfici decorate nella Sala delle Colonne e nella Sala Ressi. Nel 2010, dopo un lungo dibattito culturale sulle modalità di ricostruzione del Teatro Galli, viene approvato il progetto che prevede la  ricostruzione della Sala e del Palcoscenico. Il progetto di restauro e restituzione integrale, filologica e tipologica della Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell’Emilia Romagna è stato più volte integrato e modificato. I lavori di ricostruzione, iniziati nel 2014, hanno permesso a Rimini di iniziare a riappropriarsi del suo teatro con l’inaugurazione del Foyer, il 17 settembre 2015, quando per l’occasione ritorna a Rimini, dopo 158 anni e il restauro del Laboratorio dell’Accademia dei Musici, il Pianoforte suonato da Giuseppe Verdi che accompagnò l’inaugurazione del Teatro Galli nell’agosto 1857. Ricostruito nel solco del Teatro che fu, sia per gli spazi sia nell’apparato decorativo realizzato sulla base dei disegni originali di Poletti, il “Galli” nasconde un cuore modernissimo, in grado di coniugare alla bellezza e all’eleganza del teatro storico all’italiana, la spettacolarità che le più recenti strumentazioni tecnologiche possono offrire. Una dotazione tecnologica all’avanguardia la macchina scenica è totalmente computerizzata, pannelli touch screen per le luci di sala ‘green’ e due consolle per la regolazione dell’illuminazione di scena. Un sistema tecnologico, audio e video in grado quindi che valorizzi il fascino storico del Teatro e che allo stesso tempo consenta ogni tipo di performance. Il 28 ottobre 2018 il Teatro ‘Amintore Galli’ di Rimini è tornato ad alzare il suo sipario. A distanza di 27.333 giorni, 898 mesi, 75 anni, il luogo della grande musica è stato restituito alla città. Un museo multimediale, situato sotto il teatro, da la possibilità di vedere i reperti archeologici ritrovati durante gli scavi per la ricostruzione, valorizzati e contestualizzati da presentazioni su supporti multimediali.

 

Teatro Degli Atti – Mappa – Via Cairoli 27 – Rimini

Il Teatro degli Atti è situato nel centro storico di Rimini, in via Cairoli 42, nel vasto complesso edilizio dell’ex Convento degli Agostiniani, sorto a ridosso della chiesa eretta intorno al 1069 e dedicata a S. Giovanni Evangelista ma che, concessa nel 1256 agli Eremitani di S. Agostino, divenne per tutti la chiesa di S. Agostino. Gli Agostiniani ebbero tra l’altro la felice intuizione di affidare alla scuola pittorica locale l’esecuzione di un ciclo di affreschi nella loro grande chiesa costruita ex novo, riconoscendo il valore di quella che sarebbe stata definita e apprezzata in seguito come la “scuola riminese del ‘300”. Giovanni da Rimini, considerato il caposcuola del ‘trecento riminese’, abitava del resto proprio nella contrada di San Giovanni Evangelista cioè di S. Agostino. L’ex convento degli Agostiniani, ricostruito in parte nel XVI secolo e riedificato nuovamente dopo i danneggiamenti provocati dal terremoto del 1786 dall’Architetto cesenate Giuseppe Achilli, si caratterizza per le grandi dimensioni, la sobrietà e l’equilibrio delle architetture e la presenza di grandi cortili. Il Teatro degli Atti è stato inaugurato nel 2001 e prende il nome da Isotta degli Atti, amante e sposa di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Si tratta di un teatro moderno privo di sipario con oltre 280 posti, tra platea e galleria. Le particolarità: la platea è mobile, non ha posti fissi e può essere utilizzata anche come palco. Il palco a sua volta, può essere prolungato verso la platea, in modo da consentire lo svolgimento dei più diversi tipi di spettacoli adattandosi agli impieghi scenici diversi in un ambiente che, con l’utilizzo di una pietra porosa e il legno di ciliegio, garantisce un’ottima resa acustica.

                           

Il ‘luogo sacro’ del Concorso Chiesa di Santa Maria dei ServiMappa Piazzetta dei Servi 1, Rimini

Agli inizi del XIV secolo la famiglia Malatesta dona alcune proprietà all’interno della città di Rimini ai Servi di Maria che vi costruiscono una prima cappella. Pochi anni dopo i frati decidono di ampliare la propria chiesa costruendone una maggiore, della quale oggi si può osservare il fianco lungo il Corso d’Augusto. La chiesa era ad unica navata,  all’interno si trovavano numerosi altari ed opere d’arte, la zona absidale era caratterizzata da tre cappelle con quella centrale di dimensioni maggiori. La cappella laterale destra era stata fatta costruire dalla nobile famiglia degli Agolanti, alla quale si deve lo stemma in una lesena sul fianco della chiesa, della metà del Trecento. Fra il 1774 e il 1777 la chiesa ed il convento vennero rinnovati su disegno dell’architetto bolognese Gaetano Stegani (1678-1777); collaborò come stuccatore e plasticista il riminese Antonio Trentanove. Nel 1798 l’Ordine dei Serviti fu soppresso e il convento passò ai Domenicani che erano stati allontanati dal loro convento di San Cataldo. I Domenicani vi portarono numerose opere d’arte appartenenti alla loro precedente sede ma il loro ordine venne revocato nel 1799. Dal 1806 la chiesa è divenuta parrocchia di Santa Maria in Corte. Nel 1885 il parroco don Ugo Maccolini istituì la Pia Opera del Rosario e grazie ai fondi raccolti con essa, poté ricostruire la facciata della chiesa realizzata nel 1894 su disegno dell’ing. Giuseppe Urbani (1861-1937), riedificare la parte superiore del campanile e decorare l’interno della chiesa con dorature realizzate dal bolognese Luigi Samoggia.

                                                    

 

 

 

                            

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